Campi Salentina - Premio S. Oronzo 2012 Campi Salentina, 1 settembre 2012, ore 20,30: la santa messa celebrata dall’arcivescovo di Lecce, Domenico Umberto D’Ambrosio, nella chiesa matrice è appena terminata. Don Gerardo invita i presenti a trasferirsi nella piazza per assistere alla consegna del “Premio Sant’Oronzo” a fra Francesco Monticchio. La piazza di Campi, bella cornice dell’evento, questa sera è vestita a festa in onore del santo patrono: luminarie, bancarelle, la banda... ed è con la musica che si avvia la cerimonia di premiazione. C’è tanta gente, sono presenti il sindaco, il Comitato della festa patronale, il parroco don Gerardo. Il presentatore, Mirto de Rosario, introduce la manifestazione con una breve biografia di fra Francesco: Per il Mozambico è infatti partito il 18 novembre 1970, rimanendoci, salvo brevissimi intervalli, per ben ventotto anni, fino al 1998. Come detto, si è stabilito nella missione dei frati cappuccini della regione della Zambézia. I primi anni li ha vissuti a Luabo e Quelimane, lavorando alacremente ed indefessamente al fianco di tanti mozambicani che, nella sua persona e nel saio di un confratello di San Francesco, hanno trovato non solo sviluppo sociale, ma conforto, aiuto e speranza nel futuro, oltre che la vita in Cristo. Nella missione in Zambézia padre Francesco ha svolto anche la funzione di padre Provinciale. Gli ultimi sei anni di evangelizzatore li ha trascorsi invece a Nangololo nella parte settentrionale del Mozambico. Rientrato in Italia, padre Monticchio è stato parroco per tre anni a Taranto, poi ha svolto per sei anni il ruolo di assistente regionale dell’Ordine Francescano Secolare, quindi è stato ancora parroco ad Andria, dove è rimasto per altri tre anni, praticamente fino allo scorso mese. Da settembre svolgerà la sua missione sacerdotale nel convento dei frati cappuccini di Scorrano>>. Nel passare la parola a don Gerardo, il presentatore sottolinea che il premio di quest’anno, che è il VII, ha certamente per lui, che ne è stato l’ideatore, un significato particolare. Infatti, oltre ad essere l’ultima volta che partecipa all’assegnazione (don Gerardo, parroco per tanti anni della chiesa matrice S. Maria delle Grazie, è stato trasferito da pochi giorni in una parrocchia leccese), questa sera il premio viene consegnato, cosa mai successa prima, a un religioso come lui. Un frate cappuccino che, dice don Gerardo, con dedizione ha speso gran parte della sua vita dalla parte dei fratelli mozambicani, lontano dalla sua terra ma con Campi sempre nel cuore, e che con sorpresa ha accolto la notizia di essere stato designato per il premio. <<A chi devo consegnarlo?>> è stata la sua prima reazione... quando gli ha telefonato. Questa sera fra Francesco e don Gerardo sono accomunati da una stessa condizione: entrambi lasciano il luogo della loro missione per essere stati trasferiti l’uno a Lecce e l’altro a Scorrano, ma, come ha sottolineato l’arcivescovo nell’omelia, è quasi sempre questa la sorte dei religiosi: andare e ricominciare a lavorare in un’altra “vigna del Signore”. E proprio a questo “ricominciare tante volte” di fra Francesco, al suo rimettersi in gioco talvolta in situazioni particolarmente difficili, fa riferimento il sindaco Roberto Palasciano additando la sua forza d’animo come esempio per tutti in questo periodo di sacrifici. Finalmente il premio, un quadro raffigurante la chiesa matrice di Campi (<<Così – ha detto don Gerardo – padre Francesco oltre che con il cuore potrà “vedere” anche con gli occhi la sua Campi, ovunque andrà>>) viene consegnato a fra fra (come viene chiamato dagli amici) dal presidente del Comitato Festa S. Oronzo, Mimino Tolomeo. Un caloroso applauso si leva dal pubblico campiota (ma c’è anche qualcuno venuto da lontano, da Andria, Scorrano, Brindisi, Taranto...) e solo dopo fra Francesco può rivolgere il suo ringraziamento per il premio assegnatogli; un premio che sente di condividere con tutti i confratelli missionari, in particolare con i campioti, padre Terenzio Romano, padre Giocondo Pagliara e padre Pompilio Ancora, in ricordo dei quali, pochi anni fa, ha fatto realizzare il monumento-memoria sistemato sul piazzale antistante la chiesa dei Cappuccini.... “Le tre Afriche” ideate dall’architetto Luciano Palazzo. Ma il suo pensiero va anche, con commozione, a padre Camillo Campanella, padre Francesco Bortolotti e fra Oreste Saltori, caduti martiri in quella lontana terra africana, e a tutti i missionari che hanno vissuto con lui i tragici giorni di guerra in Mozambico, alcuni dei quali vittime di soprusi e talvolta di rapimenti come p. Giocondo Pagliara, p. Gaetano Pasqualicchio e p. Bruno Guarnieri. Vicende dolorose di cui parla ancora con fatica: la notizia e la corsa sul luogo dell’attacco, il ritrovamento dei corpi senza vita dei confratelli, la ricerca di padre Giocondo, rapito dai guerriglieri, e la gioia del suo ritrovamento dopo 40 giorni... Dalle sue parole traspare tutto l’amore verso i fratelli mozambicani; qualcuno ha scritto che un uomo si trova lì dov’è il suo cuore e, certamente, fra Francesco è ancora a Nangololo, a Quelimane, a Luabo, a Chinde, a Mopeia... rosanna savoia
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